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Additivi alimentari: coloranti e conservanti

Additivi alimentari: coloranti e conservanti sono davvero pericolosi? 

Additivi alimentari

Secondo l'ordinanza  del Ministero della Saluta del 18 febbraio 2010 sulla Tutela del consumatore a tavola, è obbligatorio che l'eventuale presenza di allergeni e additivi venga segnalata sulle confezioni, in maniera chiara e inequivocabile. Le normative in materia di uso di additivi alimentari è particolarmente rigorosa e severa, disciplinata sia da leggi nazionali che comunitarie. 

Gli additivi alimentari sono sostanze sintetiche che vengono aggiunte ai prodotti nelle fasi di preparazione, imballaggio, trattamento, trasporto e/o immagazzinamento, e che conferiscono particolari proprietà: la loro utilità infatti è quella di garantire ai consumatori gusto, semplicità di preparazione, elevati standard di sicurezza, conservazione ed igiene, preservando le proprietà organolettiche e la qualità anche in presenza di oscillazioni di temperatura, batteri, contaminazioni con altri alimenti.

Gli additivi regolamentati dalle leggi sono accuratamente testati in laboratorio, e il loro utilizzo è limitato a quantitativi sostenibili dal corpo umano.

La valutazione si basa infatti su dati tossicologici e indagini condotte su esseri umani e animali, prevedendo margini di sicurezza, nell'ambito di un'assunzione di additivi potenzialmente quotidiana e prolungata per tutto l'arco della vita, senza rischi per la salute. 

Talvolta però, su soggetti predisposti e sensibili, si possono verificare fenomeni allergici o intolleranze, nonostante la minima presenza di additivi generalmente considerati sicuri.

- I coloranti sono una tipologia di additivo alimentare che conferisce agli alimenti determinate qualità visive: tra questi sono catalogati la tartrazina (E102, giallo) ed il carminio (E120, rosso) che in alcuni casi sono stati collegati a fenomeni di congestione nasale, eruzioni epidermiche, asma, seppure a bassissima incidenza.

- I solfiti sono una categoria di additivi utilizzati per garantire una migliore conservazione del cibo, proteggendolo da potenziali attacchi microbici: è il caso ad esempio del solfito inorganico (E220-E228) e del biossido di zolfo (SO2), la cui presenza è stata riscontrata in manifestate difficoltà respiratorie e tosse, sempre in soggetti biologicamente già predisposti o indeboliti da altre patologie.

Altri additivi generalmente incriminati, la cui pericolosità però non è mai stata dimostrata in laboratorio, sono ad esempio l'aspartame, un dolcificante, oppure il glutammato di sodio, un esaltatore di sapidità che conferisce agli alimenti un gusto più deciso e gradevole (presente in zuppe e salse): queste sostanze sono spesso oggetto di preoccupazione per i consumatori, poiché frequentemente ricollegate a manifestazioni ripetute di cefalee e formicolii, ma senza una contestuale prova scientifica. 

L'obbligatorietà delle indicazioni sulle etichette dei prodotti, limita ulteriormente la potenziale pericolosità degli additivi alimentari consentiti, poiché i consumatori possono prevenirne l'assunzione: considerando la bassissima incidenza di manifestazioni patologiche, direttamente collegabili alla loro assimilazione, è dunque possibile ritenere gli additivi alimentari che rispettano le norme vigenti, generalmente sicuri per la nostra salute.  

Ecco una tabella riassuntiva di alcuni dei principali additivi, diversi dai coloranti, consentiti e utilizzati all'interno della Comunità Europea 

  • Antiossidanti: sono utilizzati per evitare che gli alimenti perdano colore (acido ascorbico e acido citrico) o diventino rancidi. Si trovano per lo più nei prodotti da forno, negli oli e nei condimenti (tocoferoli, E320, E321)
  • Conservanti: evitano o ritardano il proliferarsi di micro organismi come batteri e muffe. Si utilizzano nel vino e nei formaggi, nelle carni (nitrati e nitriti, E249-E252), nei succhi di frutta (diossido di zolfo, E220-E228) e nei prodotti da forno (calcio propinato, E282).
  • Emulsionanti e stabilizzanti: mantengono la consistenza degli ingredienti, impedendone la separazione. Sono frequentemente utilizzati in alimento come creme, gelati, condimenti, maionese.
  • Addensanti: questi additivi, come la gelatina e la pectina, mantengono la viscosità degli alimenti e sono aggiunti a condimenti, latte e derivati.
  • Edulcoranti: si tratta di additivi ad effetto dolcificante, tra cui i più utilizzati sono l'aspartame E591, la saccarina E954, il sorbitolo E420.
  • Esaltatori di sapidità: accentuano il gusto dei cibi, e sono utilizzato in molti piatti orientali, nei condimenti, e negli alimenti più saporiti. Tra i più famosi si annovera il glutammato monosodico, E621.
  • Altri additivi: altre categorie di sostanze aggiunte agli alimenti sono i regolatori di acidità, gli antiagglomeranti, gli antischiuma, i gas di imballaggio.